Scritto da Federica Bruno il 26/09/2017 alle ore 11:10:15

Prendiluna | Stefano Benni

Questa storia inizia con un sogno, o meglio con un trisogno e con un gatto fantasma che affida a Prendiluna le sorti del mondo: dovrà scegliere dieci giusti a cui regalare dieci gatti. Da dove comincerà la sua ricerca la vecchia maestra in pensione? Soprattutto, riuscirà nel suo intento? 
Stefano Benni, nelle sue 212 pagine edite da Feltrinelli, ci fa entrare in un mondo magico e allegorico in cui nulla è lasciato al caso. Ogni personaggio incarna una virtù o un vizio della società. Prendiluna si addormenta e viaggia o è desta in un paese delle meraviglie in cui tutto è ciò che non è. 
La maestra cerca i giusti nell’universo a lei familiare e quindi rintraccia vecchi alunni e colleghi della scuola, ma al contrario delle favole le loro vite non hanno avuto un lieto fine. Sono nominati salvatori del mondo non perché incarnano la perfezione, ma perché, nonostante loro imperfezione, cercano di cavarsela in questo strano mondo. È l’incontro di antitesi in cui seppure “numeri ordinano il mondo, abbiamo bisogno anche di disordine, sogni e patatine fritte”. I giusti sono esseri armati di buoni sentimenti, ma smarriti lungo il cammino; alcuni ritroveranno la retta via mentre altri avranno ancora da percorrere un pezzo di strada in compagnia del loro nuovo amico a quattro zampe. 
In un mondo in cui il contagio da schermofilia è all’ordine del giorno l’unica salvezza sono i pazzi, come Michele l’arcangelo e Dolcino l’eretico, e i bambini che giocano con il pallone invisibile. Perché “se impari a giocare col pallone vero puoi diventare un campione, ma se sai giocare col Pallone Invisibile sei quello che vuoi tu, sei tutti i campioni che ci sono al mondo”. 
È una lotta tra le forze del bene e quelle del male incarnate dalla confraternita degli Annubaliani e in cui i poliziotti invece di fare il loro dovere sognano di diventare divi delle serie TV. Una lotta per far trionfare “la verità che è fiato nel buio. Bisogna avere pazienza ad ascoltare, poco alla volta distingui le parole e lei appare”.
 
 
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